Alieni racconti

Un omicidio extraterrestre

12 Mar 2025

Un alieno in camera, un gatto maldestro e una strana combinazione

Era una sera di mezz’inverno, Marianna era appena tornata da una cena tra amici; erano le 12:46 di sera.
Si mise sotto le coperte, spense la luce e si stava per addormentare, quando vide una figura sul muro… pensò che fosse Lulù, il suo gatto, e rimase tranquilla.
L’ombra però si alzò e Marianna gridò: – Che cos’è quel coso?- L’alieno aveva cinque braccia e quattro gambe, con due orecchie lunghissime, a punta. Non aveva un volto ed era tutto verde. Il suo verso era stridulo. Piombò sul letto di Marianna e solo allora fu possibile vedere che era nudo e magro come uno stecchino; sulle braccia aveva vene esterne tutte viola con bozzoli neri che sembravano grandi lividi, era brutto come un vomito, fu da lì che ha preso il nome “Vomitino”. Marianna non aveva fiato nei polmoni per gridare, il capo superiore dell’alieno era calvo e completamente bianco, di un bianco laccato con puntini grigi. Sembrava fuoriuscito da un film hollywoodiano. Marianna era in preda ad un attacco di panico, quando lui l’aggredì.

Iniziò ad urlare e il gatto impaurito arrivò di corsa. Gli saltò addosso e gli diede un bel graffio, ma per Marianna non c’era scampo: era stata ferita gravemente al collo! Dopo pochi minuti purtroppo ella morì dissanguata. L’alieno con uno schiocco di dita si teletrasportò sulla sua navicella volante, fortunatamente insieme al gatto. Salì in tutta fretta sul veicolo, si diresse verso la centrale di comando, quando si accorse che sulla tastiera del pannello di controllo c’era il gatto di Marianna, Lulù… che aveva appena pigiato l’allarme sedendovisi sopra. Si sentì allora un grande baccano in strada e in poco tempo arrivò la polizia. Gli agenti videro la navicella, vi entrarono dentro e videro il gatto dormire sulla tastiera dei comandi . “No, non su quel tasto!” urlò l’agente, ma ormai era troppo tardi: l’oggetto volante si alzò e decollò verso Marte. Gli altri poliziotti erano occupati a guardarsi dove era finito l’alieno, proprietario della navicella. “Là dietro!” urlò un agente “Eccolo, sta scappando”. L’alieno, in poco tempo, mentre scappava di corsa, si ritrovò in un vicolo cieco e fu catturato dalle forze dell’ordine. Prima di essere processato e condannato all’ergastolo, gli scienziati ci fecero alcuni esperimenti. Intanto su Marte l’agente e il gatto divennero grandi amici, vissero sull’astronave e mangiarono le provviste che erano nell’astronave, bevvero acqua quando capitava, ma cinque anni dopo, nel 1971 una mega carestia li uccise e nessuno seppe più nulla di loro.

Duccio e Martino


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