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Bebe Vio: La vita è una figata!

22 Gen 2025

Le emozioni e il coraggio della nostra famosa schermitrice

Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis detta Bebe è nata il 4 marzo 1997 a Venezia. Lei è una ragazza che gioca a scherma da quando ha 5 anni. È stata vittima di una malattia gravissima, cioè la meningite che le ha causato la perdita di tutti gli arti. Adesso usa delle protesi speciali anche agli arti inferiori che le permettono di fare molti movimenti complessi in modo indipendente, perfino con le dita. È campionessa paralimpica mondiale ed europea di fioretto individuale e a squadre.

Ha partecipato alle paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 e a Tokyo nel 2020 e ha vinto la medaglia d’oro. Ai Giochi paralimpici di Parigi 2024 ha ottenuto la medaglia di bronzo. Le paralimpiadi sono delle Olimpiadi per disabili. Bebe Vio ha dei capelli corti e castani, ha la faccia ovale, gli occhi verdi e delle ciglia lunghe. Il suo naso è piccolo e un po’ a patata, le labbra sottili. Il suo corpo è muscoloso e ha delle braccia forti per prendere il fioretto. Vive a Roma.

Di carattere è molto forte, non si arrende mai, è piena di vita e anche testarda, simpatica e molto ironica. Socievole e interessata ad aiutare gli altri. È una scout da quando era bambina. Le piace disegnare. Non le piace scrivere per niente, ma ha fatto un libro che parla di lei per comunicare i suoi messaggi di coraggio. Si allena tutti i giorni.

L’autobiografia di Bebe, Se sembra impossibile allora si può fare. Realizziamo i nostri sogni, affrontando col sorriso ostacoli e paure parla della sua vita, di come ha superato il periodo in cui ha avuto la meningite e di quando le hanno dovuto amputare le braccia e le gambe. In queste pagine racconta le sue emozioni e le sue passioni dette le tre S: scuola, scout, scherma. Il messaggio che Bebe vuole dare a tutti tramite il libro è di non arrendersi mai davanti a un ostacolo e di seguire i propri sogni. “Anche se non è facile, se vuoi ottenere qualcosa devi darti da fare se vuoi realizzare un sogno”. Il libro racconta di quando Bebe è andata alle Paralimpiadi e ha incontrato dei giocatori di vari sport, che come lei avevano dovuto affrontare delle malattie molto gravi. Per esempio c’erano dei giocatori di calcio che erano ciechi e si è resa conto che non era l’unica ad avere malattie gravi: “Tutti hanno le proprie disabilità”.


Nel libro parla anche di quanto è importante per lei la squadra, non solo la squadra con cui gareggia, ma anche la squadra in cui è nata: LA FAMIGLIA.

Riguardo la squadra con cui gareggia, racconta che le ha dato coraggio quando non aveva la forza di gareggiare o non si sentiva sicura. Invece la squadra della famiglia l’ha supportata nel periodo dopo la meningite.
“Costruitevi le vostre squadre, dipende solo da voi”.
Adele C e G, Diana, Federico, Ginevra, Sandi, Yakamoz
(Le frasi in corsivo sono prese dal libro Beatrice Vio, Se sembra impossibile allora si può fare, Rizzoli 2017).


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