Un po’ di storia.
Deflagrata in questi giorni, la crisi tra Russia e Ucraina ha radici profonde.
Dopo l’indipendenza, nel 1991, a seguito del crollo dell’Unione Sovietica, la relazione tra Mosca e Kiev è stata mutevole, a causa dell’alternanza tra governi più filo russi e governi più vicini all’Unione Europea e all’Occidente. Il contrasto si è fatto palese nel 2013, quando le proteste di piazza nazionaliste filo-occidentali e antirusse che prendono il nome di “EuroMaidan” (e in cui sono presenti anche elementi neonazisti) mettono in fuga l’allora presidente Yanukovych (che si era rifiutato di firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione Europea).
Non passa neppure un mese che, nel marzo 2014, gli abitanti della Crimea (a maggioranza russofona) esprimono mediante referendum (considerato illegale dalla Corte costituzionale ucraina) la volontà di tornare sotto la sovranità di Mosca. La Russia non se lo fa dire due volte e sancisce ufficialmente la secessione della Repubblica di Crimea dall’Ucraina e la sua annessione alla Federazione Russa.
Ma non finisce qui.
La regione del Donbass, nell’Est dell’Ucraina, segue a ruota l’esempio della Crimea: hainizio una guerra civile nelle province di Donetsk e Lugansk, che si autoproclamano repubbliche indipendenti (si tratta delle due repubbliche riconosciute da Putin nel discorso di qualche giorno fa).
Nel febbraio 2015, con l’accordo detto Minsk II, si giunge a un cessate il fuoco ma gli impegni assunti in quel momento non vengono del tutto rispettati dalle parti, con la conseguenza che il conflitto prosegue di fatto ininterrottamente fino a oggi.
Il processo di pace era stato affidato al cosiddetto formato Normandia (composto da Russia, Ucraina, Francia e Germania) e ha portato agli accordi di Minsk (siglati in due tranches nel 2014 e 2015).
Tra le altre cose gli accordi prevedevano da una parte che Kiev assicurasse autonomia alle regioni separatiste e amnistia per i ribelli, e dall’altra che i militari russi sparissero dal territorio.
Nessuna delle due condizioni è stata rispettata né tanto meno è stato mai davvero rispettato il cessate-il-fuoco che era stato concordato.
Ora potrebbe essere arrivato il momento della resa dei conti finale.
A cura di Tommaso G.
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