C’era una volta una normale casetta di campagna dove viveva una normale ragazzina di nome Tilly, una semplice ragazza di campagna che amava molti cavalli e ne desiderava da sempre uno.
Una tipica mattina di scuola, Tilly si era svegliata con un pensiero in testa: aveva sognato il suo cavallo dei sogni, un cavallo grigio pomellato con dei pallini bianchi. I suoi compagni di classe dicevano che era solo
un cavallo e non c’era niente di speciale.
Tilly si sentiva sola perché nessuno la capiva.
Un giorno arrivò una ragazzina nella scuola; Mika Svarsch, anche lei aveva un sogno: incontrare il suo cavallo perfetto.
Le due fecero subito amicizia e diventarono migliori amiche grazie ai loro “amici a quattro zampe”.
Un giorno come tutti gli altri Tilly si svegliò, ma il suo istinto le indicava che fuori dalla sua casa c’era qualcosa che la chiamava, lei non sapeva nemmeno cosa la stava tirando fuori, ma ci doveva andare.
Si mise il giubbotto e partì, lasciò una cartolina a sua madre scrisse:
“Cara mamma, oggi non posso andare a scuola, qualcuno ha bisogno di me, non preoccuparti tornerò entro l’ora di cena, te lo prometto, baci Tilly Redbull”.
Tilly uscì, respirò l’aria pulita di campagna, il suo istinto indicava la pianura.
Corse più veloce che poteva, le foglie scricchiolavano al suo cammino, l’autunno era arrivato, gli alberi avevano foglie di diversi colori, gli uccellini cinguettavano ed erano pronti per fare i loro nidi per l’inverno.
All’improvviso Tilly udì un nitrito di paura e confusione.
Era un cavallo con un lazzo legato nel collo, ingarbugliato in un tronco caduto. Tilly pensò che l’avevano catturato e lui era riuscito a scappare, però era rimasto incastrato in quel tronco. Non c’era tempo di pensare, doveva salvarlo!
Con cautela si avvicinò ancora di più, senza fare rumore per non spaventarlo, slegò il nodo e gli levò il lazzo.
Il cavallo la guardò con gli occhi lucidi, la ragazza alzò la mano, in quel momento il vento soffiò; il cavallo si strusciò sulla sua mano calda.
Tra i due c’era qualcosa di molto speciale, un legame che da quel giorno in poi non si sarebbe mai più spezzato.
Tilly sentì la sua mamma che la chiamava: “Tilly, vieni: è ora di cena!” La ragazza guardò il cavallo e gli promise che sarebbe tornata e disse: “Ora devo andare”. Il cavallo nitrì piano.
Tilly tornò e abbracciò sua madre, mangiò e si mise a letto. Non riusciva a dormire perché pensava solo a quel cavallo, quindi andò fuori.
Quella notte era così stellata, una cosa simile non si era mai vista in tutta Mirabello. Si sdraiò nell’erba e pensò: “Quel cavallo era bellissimo come questa notte stellata, anche di più!”
Il giorno dopo era sabato, quindi non aveva scuola, prese delle mele e le portò alla pianura; il cavallo era lì che galoppava felice. Era uno spettacolo per gli occhi di Tilly, il sole illuminava il prato con gli ultimi fiori
appena sbocciati coperti dalla prima brina d’autunno.
Il cavallo alzò le orecchie e corse da lei, la ragazza gli dette una mela, che aveva portato, e lui la mangiò felice. Ad un certo punto alzò uno zoccolo, lei disse: “Bello, che succede hai sentito qualcosa?” Il cavallo le
fece cenno sulla schiena. Quindi lei salì in groppa e il cavallo cominciò a galoppare, era una sensazione bellissima! Il suo sogno era diventato realtà.
Piano piano alzò le braccia e si sentì libera! Disse: “Io ho il nome perfetto per te: STARNIGHT.”
Da quel giorno la sua vita cambiò e non avrebbe mai permesso che nessuno badasse al suo cavallo. Si vedevano tutti i giorni dopo scuola e a volte STARNIGHT la portava e la riprendeva da scuola! Ma lui è nato libero e sempre lo è rimasto!
Se ami un animale davvero, lascialo dove lui desidera stare.
A cura di Anita S.
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