Era una notte buia e tempestosa ed io e il mio amico Alessio andammo in un bosco per una notte intera.
Alessio è un tipo allegro e a volte anche arrogante, si veste sempre con vestiti abbastanza cupi e scuri, ama molto i gatti nonostante sia allergico.
Ci avviammo nel bosco un po’ impauriti dal fatto che avremmo passato un’intera notte lì e anche di più, ma anche dal fatto che siamo soli e solo con una bottiglia d’acqua e poi… Nient’altro.
Non avevamo avuto il tempo di guardarci intorno che qualcosa ci stava già seguendo, sentimmo dei forti ululati ripetutamente e, poi, nell’ombra scorsi un enorme animale che stava su due zampe, aveva dei denti affilati e lucidi come lame di un coltello, due occhi rossi, fiammeggianti come fuoco, e delle orecchie giganti: era un lupo mannaro.
Noi, presi dal panico iniziammo a correre all’impazzata e quella cosa ci stava alle calcagna, ma ad un tratto la bestia era completamente sparita e non c’erano più tracce, poi ci accampammo tra due alberi crollati che fungevano da tetto e con un paio di grandi foglie, presi dalla tana di un lupo, ci addormentammo.
Al nostro risveglio era tutto distrutto: alberi graffiati, impronte giganti di lupo e squarci. Eravamo perplessi perciò dissi ad Alessio: ” Dobbiamo andarcene! Qualcosa di grosso e svelto è passato di qui!” Ce ne andammo via subito!
Dopo 4 km trovammo una cascata con dell’acqua potabile, riempimmo la bottiglia e per passare il tempo ci tuffammo, l’acqua era freddissima!
Dopo qualche minuto di bagno apparve ai nostri occhi la bestia del giorno prima e, in preda al panico, ci buttammo sotto l’acqua. La bestia, però, afferrò Alessio lanciandolo contro un albero e facendolo svenire, perciò tirai un sasso grande trovato sott’acqua al lupo, distraendolo e facendolo scappare. Dopo aver controllato che non ci fosse più andai di corsa da Alessio.
Per fortuna era tutto ok, ma aveva preso una bella botta, barcollava e aveva dolore perciò siamo rimasti lì per altre due ore. Nel pieno pomeriggio ci alzammo dal tronco e ci avviammo verso Ovest. Durante il tragitto trovammo delle orme di lupo giganti e le seguimmo, trovando la sua tana e dentro c’era anche l’animale che dormiva. Pieni di paura, ma armati di coraggio attraversammo la tana in punta di piedi raggiungendo l’uscita e tornammo finalmente a casa.
Una volta a casa, all’unisono esclamammo “Il bosco… Mai più!”.
A cura di Lorenzo C.
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