Mi ricordo ancora di quei pomeriggi in cui io e la mia migliore amica, dopo scuola, andavamo in un bellissimo campo di grano, vicino a casa nostra.
La cosa che ci piaceva più fare era guardare il tramonto, sdraiate sulla magnifica erba, che rendeva quel senso di tranquillità a me e alla mia amica.
Mi ricordo che un giorno presi di nascosto un gioco di carte, non sapendo che la mia amica non lo conosceva e per questo dovetti stare due ore a spiegarglielo.
Arrivò molto in fretta il nostro ultimo giorno di quinta elementare. La paura di dividerci, perché lei non veniva nella mia stessa scuola media, era alle stelle.
Provammo a passare la maggior parte del tempo insieme, ma la paura non se ne andò mai.
Ovviamente, come ogni giorno, andammo nel campo.
Erano passati già 30 minuti e non avevamo ancora aperto bocca. Lo sapevamo tutte e due che stavamo sprecando tempo.
Dopo 10 minuti Arianna, la mia amica, iniziò a camminare lentamente verso la strada di ritorno per casa sua, mentre le scendeva sulla gote una lacrima di addio. Dopo 15 minuti mi si accese il cervello: era una lampadina che mi diceva di andare, di correre verso di lei e di andarle a parlare.
Provai a correre più veloce che potevo.
Stavo realizzando solo in quel momento che, se non fossi riuscita a raggiungerla prima che fosse entrata in casa, non l’avrei più vista.
Le volevo dire tante cose…
Stavo per raggiungerla quando mi accorsi che era troppo tardi. La porta di ingresso, di casa sua, non si aprì più.
Tornai a casa con il cuore spezzato. Ancora non stavo realizzando di aver perso la mia migliore amica, di aver perso l’unica persona con cui mi confidavo, con cui condividevo i momenti più belli. L’avevo persa! Non ci sarebbe stato più nessun tramonto, nessuna merenda insieme. Niente! Niente, senza di lei sarebbe stato più uguale. Nessuno sarebbe stato in grado di prendere il suo posto.
Rimasi tutta la sera a pensarci. Non avevo nemmeno cenato.
Un giorno, qualche tempo dopo, anche se era un po’ tardi, decisi di andare nello stesso posto in cui andavamo io e Arianna.
Là trovai quel gioco di carte, quello che avevamo lasciato due anni prima. Chissà se finalmente aveva imparato a giocarci!
Io e Arianna eravamo vicine, stranamente, anche se non la vedevo più. Non andavamo nella stessa scuola, sì, ma almeno ci potevamo vedere quando tornavamo da scuola.
Dopo qualche mese iniziai a preoccuparmi perché non la vedevo più.
Stavo iniziando ad ambientarmi alla scuola media anche senza di lei.
Dopo settimane scoprii che si era trasferita in Olanda! Si era trasferita là per stare con i suoi parenti.
In realtà per me non è stato nemmeno un grande shock visto che mi ero trovata una nuova migliore amica. Il suo nome era “Matilde”.
Arianna rimarrà per sempre il mio migliore ricordo degli anni delle elementari.
A cura di Alessia G.
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