Storie e Racconti

OGGI TI RACCONTO DELLA MIA PAURA PIÙ GRANDE

18 Mar 2016

Ciao cara amica come stai? Sai ti scrivo perché sento la tua mancanza.
Di tutte le nostre risate, i nostri scherzi e le chiacchierate imbarazzante ma confortevoli… Oggi sento il bisogno di ammetterti che ho avuto paura non per me ma per mio nonno e adesso ti racconto: era la notte del 4 febbraio e alle 3:30 di mattina mia nonna, che abita a Milano, ha chiamato mia mamma e le ha detto che mio nonno aveva avuto un secondo infarto e questa volta aveva più probabilità di morire che di vivere. Io sentendo tutto sono scoppiata in lacrime e ho visto il muro più forte, mia mamma, crollare a quel punto mio padre ha fatto le valigie in due minuti, perché è il più veloce della famiglia, e siamo partiti per Milano. Durante il viaggio c’era un silenzio davvero preoccupante e sinceramente non mi ero mai sentita più fragile di allora! Dopo tre ore di viaggio siamo arrivati all’ospedale cardiologico del Monzino e ho visto mio nonno con un sorriso un po’ forzato ma a me bastava perché lo avevo trovato vivo. Successivamente siamo andati a riposarci a casa di mia nonna ma io non riuscivo a chiudere occhio e riflettendo ho capito che era mio dovere prendere in mano la situazione e consolare ogni persona intorno a me e cosi feci. Alle 10 siamo ritornati al Monzino e mio padre ha parlato con il medico il quale gli ha detto che mio nonno era fuori pericolo ma se voleva vivere ancora a lungo doveva curarsi. Per tre giorni lo misero in terapia intensiva e quando andavo a trovarlo era già tornato il mio eroe e “pagliaccio” di prima, nel frattempo mio padre e mia madre si misero d’accordo con un loro amico cardiologo per fargli fare una settimana di riabilitazione in un ospedale nei pressi della periferia di Milano. Purtroppo mio nonno, come tu Laura sai, non ama vivere negli ospedali e tra il puzzo della signora accanto l’età che tutti i pazienti avevano, di cui la metà degli anni era 100, mio nonno ha deciso di tornare a casa. Tranquilla adesso sta bene si controlla nel compiere gesti troppo veloci e soprattutto non fuma più. Diciamo che questa questo episodio non è stato molto bello ma lo abbiamo superato. Adesso scrivimi di te, di come ti senti e che cosa succede a Napoli.

Per adesso ti abbraccio forte e ti saluto. Non vedo l’ora di leggere la tua risposta e di parlarne a quattr’occhi,
con affetto Ginevra.


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