Natura e Ambiente Scienze

LA ROSA DEL DESERTO

27 Feb 2018

La rosa del deserto (gesso), è una delle pietre più famose e belle secondo il nostro parere.
La rosa del deserto è una formazione sedimentaria che si forma spontaneamente nelle particolari condizioni ambientali e climatiche proprie dei paesi desertici.Al pari della selenite, anche la rosa del deserto è un aggregato di cristalli di gesso. Il suo colore giallo-ocra è il frutto di tracce di altri minerali. Il suo nome è dato dall’ambiente in cui si forma (deserto) e dalla sua peculiare forma che ricorda tanto i petali di una rosa. Il gesso che compone le rose del deserto va a cristallizzare in un sistema monoclino di aggregati a forma di cristalli piatti che si assottigliano verso l’estremità.

Questa particolare forma è indotta dall’ambiente arido tipico della sabbia desertica. Le alte temperature, l’aria tersa e altri fattori inducono un’evaporazione mineraria selettiva che come conclusione porta alla formazione dei cristalli di gesso a forma di rosa. Come la selenite, da un punto di vista chimico, anche la rosa del deserto è solfato di calcio idrato.
Nella selenite, i cristalli di gesso (solfato di calcio) sono trasparenti e traslucidi, la rosa del deserto, invece, è ocra – marrone, perché?
A causa della sabbia che viene incorporata nella struttura cristallina della pietra. Se nella sabbia sono presenti ossidi di ferro, le rosetta assumono un tono quasi arrugginito.

Per le sue proprietà e caratteristiche chimiche, la rosa del deserto può essere conosciuta anche come rosa di sabbia, rosa di selenite, rosa di gesso o rosa di pietra.
Questa pietra si forma spontaneamente nelle località desertiche o dove l’aria è tersa e l’ambiente è arido. Per questo motivo, la pietra si può trovare in diverse località del globo quali: in Tunisia, in Marocco, in Algeria, Arabia Saudita, Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti…
In Europa, la rosa del deserto si forma spontaneamente in alcune isole della Spagna (Fuerteventura, Canarie, Canet de Mar, in Catalogna, L’Almarcha e Cuenca).

A cura Chiara, Ismaele e Giulia A.


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